Novità per Alessandro Gassman, interprete e regista di La forza dell'abitudine di Thomas Bernhard, in scena al teatro Diana.
Ti cimenti per la prima volta con la regia, come l'hai impostata?
“Ho voluto evidenziare l'aspetto divertente di questa commedia grottesca piuttosto che quello drammatico. Solitamente in Italia Bernhard, che io amo molto, appare un autore noioso, a me piace invece l’aspetto più leggero che esiste in lui. Infatti per evidenziarlo ho puntato sull'ambientazione circense, coinvolgendo anche dei professionisti di quest'arte: i clown della famiglia Colombaioni”.
Il testo è una metafora della difficoltà di giungere alla perfezione. E' un'utopia?
“Forse, ma il protagonista, seppure tirannico e lontano dai miei modelli, ci insegna che val la pena comunque di mirare a mete sempre più alte, pur se è difficile raggiungerle.”
Sei un divo televisivo, teatrale e cinematografico, che cosa preferisci?
“Mi sta benissimo così, anche se sento che il teatro mi dà maggiore libertà e il lusso di scegliere che cosa rappresentare e con chi”.
Che cosa ti aspetti da Napoli?
”Sono curioso di vedere la risposta del pubblico partenopeo, preparato ed esperto in fatto di teatro, e mi auguro di trovare molti giovani in platea”.
Che effetto fa essere un sex symbol?
“Lo sono? Lo dicono certe classifiche ed è divertente, ma chi viene a teatro pensando di trovare l'immagine del calendario resterà deluso: in scena sarò un ottantenne!”
Gianmarco Tognazzi è ed è stato amico e compagno di scena, ami i sodalizi, ma è facile costruirne?
“Con lui ho lavorato in quattro spettacoli, siamo stati bene insieme, c’intendiamo, ma non è il solo, anche con Beppe Fiorello ho un bel rapporto. Quando si fa lo stesso lavoro, effettivamente, non è facile creare sinergie forti, io ci sono riuscito e ne sono felice”.
Hai un cognome importante, è difficile da portare?
“No. Non lo è mai stato. Ne sono orgoglioso, è un grande dono che ho avuto dalla vita. Mio padre è la persona che mi ha dato di più e ha contato molto, personalmente e professionalmente. Ho lavorato bene con lui, ho imparato tanto e sono sempre stato libero di fare a modo mio. Inoltre lui amava molto i giovani, ne era affascinato, si divertiva ad ascoltare la musica moderna. Da questo punto di vista era un coetaneo.”
Dove ti vedremo prossimamente?
“Su Canale 5, dove a fine marzo andrà in onda lo sceneggiato Codice rosso, sei puntate sull'attività dei Vigili del fuoco. Una fiction che mi piace perché credo siano dei veri eroi. Poi sarò nei panni di Luigi Tenco in Dalida, uno sceneggiato in due puntate dedicato alla cantante. Grazie a questo ruolo mi sono avvicinato alla figura di Luigi Tenco.”
E al cinema?
“E' in uscita il film di Gianluca Maria Tavarelli Non prendere impegni questa sera. Una pellicola che arla della mia generazione, quella dei quarantenni, e che perciò m’interessa particolarmente. E’ una bella storia corale, una commedia agrodolce, che interpreto con Luca Zingaretti.”
Un pensiero sulle donne?
“L'ho sempre detto e lo penso con convinzione: siete sagge, più forti, più oneste. Se il mondo fosse governato dalle donne sarebbe certamente migliore.”
Intervista di Angela Matassa
Ti cimenti per la prima volta con la regia, come l'hai impostata?
“Ho voluto evidenziare l'aspetto divertente di questa commedia grottesca piuttosto che quello drammatico. Solitamente in Italia Bernhard, che io amo molto, appare un autore noioso, a me piace invece l’aspetto più leggero che esiste in lui. Infatti per evidenziarlo ho puntato sull'ambientazione circense, coinvolgendo anche dei professionisti di quest'arte: i clown della famiglia Colombaioni”.
Il testo è una metafora della difficoltà di giungere alla perfezione. E' un'utopia?
“Forse, ma il protagonista, seppure tirannico e lontano dai miei modelli, ci insegna che val la pena comunque di mirare a mete sempre più alte, pur se è difficile raggiungerle.”
Sei un divo televisivo, teatrale e cinematografico, che cosa preferisci?
“Mi sta benissimo così, anche se sento che il teatro mi dà maggiore libertà e il lusso di scegliere che cosa rappresentare e con chi”.
Che cosa ti aspetti da Napoli?
”Sono curioso di vedere la risposta del pubblico partenopeo, preparato ed esperto in fatto di teatro, e mi auguro di trovare molti giovani in platea”.
Che effetto fa essere un sex symbol?
“Lo sono? Lo dicono certe classifiche ed è divertente, ma chi viene a teatro pensando di trovare l'immagine del calendario resterà deluso: in scena sarò un ottantenne!”
Gianmarco Tognazzi è ed è stato amico e compagno di scena, ami i sodalizi, ma è facile costruirne?
“Con lui ho lavorato in quattro spettacoli, siamo stati bene insieme, c’intendiamo, ma non è il solo, anche con Beppe Fiorello ho un bel rapporto. Quando si fa lo stesso lavoro, effettivamente, non è facile creare sinergie forti, io ci sono riuscito e ne sono felice”.
Hai un cognome importante, è difficile da portare?
“No. Non lo è mai stato. Ne sono orgoglioso, è un grande dono che ho avuto dalla vita. Mio padre è la persona che mi ha dato di più e ha contato molto, personalmente e professionalmente. Ho lavorato bene con lui, ho imparato tanto e sono sempre stato libero di fare a modo mio. Inoltre lui amava molto i giovani, ne era affascinato, si divertiva ad ascoltare la musica moderna. Da questo punto di vista era un coetaneo.”
Dove ti vedremo prossimamente?
“Su Canale 5, dove a fine marzo andrà in onda lo sceneggiato Codice rosso, sei puntate sull'attività dei Vigili del fuoco. Una fiction che mi piace perché credo siano dei veri eroi. Poi sarò nei panni di Luigi Tenco in Dalida, uno sceneggiato in due puntate dedicato alla cantante. Grazie a questo ruolo mi sono avvicinato alla figura di Luigi Tenco.”
E al cinema?
“E' in uscita il film di Gianluca Maria Tavarelli Non prendere impegni questa sera. Una pellicola che arla della mia generazione, quella dei quarantenni, e che perciò m’interessa particolarmente. E’ una bella storia corale, una commedia agrodolce, che interpreto con Luca Zingaretti.”
Un pensiero sulle donne?
“L'ho sempre detto e lo penso con convinzione: siete sagge, più forti, più oneste. Se il mondo fosse governato dalle donne sarebbe certamente migliore.”
Intervista di Angela Matassa